VENERDÌ 5 APRILE: PER QUATTRO GIORNI CITTADELLA OSPITA “FORMAGGIO IN VILLA”

Poche ore e il centro di Cittadella ospiterà la dodicesima edizione di Formaggio in Villa. Tra le storiche strade della cittadina in provincia di Padova da venerdì 5 a lunedì 8 aprile si respirerà il profumo di formaggi ma anche salumi, vini, birre, dove alla base ci sarà un unico termine: qualità. E poi, ancora, degustazioni guidate da esperti del settore, approfondimenti, possibilità di conoscere i prodotti e la storia aziendale. Quattro giorni per scoprirli ed assaggiarli con chi li produce e li affina. In arrivo da tutta Italia piccole e grandi produzioni locali, Dop, rarità e nuove proposte. Formaggi pluripremiati nei concorsi nazionali ed internazionali. Un calendario ricco di appuntamenti: le “Masterclass” con degustazioni a tema di formaggi italiani ed europei; il Salone dedicato all’Alta Salumeria; le Semifinali dei 100 formaggi in competizione per le “Nomination” del premio Italian Cheese Awards.

La mostra Mercato nelle vie del centro storico terrà i seguenti orari: venerdì 5 aprile dalle 15.30 alle 20, sabato 6 e domenica 7 dalle 9.30 alle 20 e lunedì 8 dalle 9.30 alle 17. Ingresso libero.

In contemporanea si terranno il Salone Alta Salumeria, le Masterclass e degustazioni guidate, oltre alle semifinali Premio Italian Cheese Awards 2024.

L’iniziativa è organizzata da Guru Comunicazione, mentre lo sponsor principale è il Consorzio Tutela Formaggio Asiago.

COLDIRETTI, COLTURE GIÀ IN STRESS IDRICO: MENO 40 PER CENTO DI PRECIPITAZIONI AL NORD

Dopo le sferzate di vento arriva la pioggia ancora insufficiente per la sete dei campi veneti. Coldiretti segnala che le colture cerealicole autunno vernine sono già in stress idrico: l’ingiallimento fogliare è tipico di una siccità prolungata – dicono i tecnici regionali – che condiziona i lavori di semina e la programmazione agronomica delle aziende agricole del territorio mettendo a rischio la produzione agroalimentare regionale.

A livello nazionale sono circa 300 mila imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità che si estende anche alle aree urbane per effetto della caduta del 30 per cento di precipitazioni in meno nell’ultimo anno, con la percentuale che sale al 40 per cento per il nord Italia. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento al primo Tavolo sull’acqua a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ad essere assediate dalla siccità sono soprattutto le aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana – spiega Coldiretti – dove nasce quasi un terzo del Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. A rischio è l’ambiente, l’economia, l’occupazione e la stessa sovranità alimentare in una situazione già difficile per gli effetti della guerra in Ucraina.

Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano e i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8 mila ettari e risultano al minimo da 30 anni.

In una situazione in cui lo scorso anno secondo la Coldiretti sono caduti circa 50 miliardi di metri cubi di acqua in meno lungo la penisola, il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a meno 3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti. Lo stato di magra del più grande fiume italiano – sostiene Coldiretti – è rappresentativo delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 36 per cento del lago di Garda al 39 per cento di quello Maggiore fino al 19 per cento di quello di Como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.

Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con l’Italia che perde ogni anno l’89 per cento dell’acqua piovana abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.

TREVISO A TAVOLA CON I GRANDI DELLA STORIA

Con l’arrivo in città di Note di Pranzi, mostra curata dall’architetto Alessia Cipolla e organizzata da La Costruzione del Gusto in programma dal 4 marzo al 1° aprile 2023 presso la quattrocentesca Casa Robegan, Treviso si arricchisce di un evento di arte e gusto.

Protagonisti della mostra, che potrà essere apprezzata fino in fondo grazie a numerose visite guidate, saranno ben 350 menu dalla metà del XIX secolo ad oggi, in gran parte provenienti dalla collezione di Adriano e Rosalba Benzi di Acqui Terme, grandi appassionati che da decenni raccolgono e preservano questo straordinario patrimonio culturale.

La Marca Gioiosa non è stata selezionata fortuitamente: qui la ristorazione ha sempre trovato un clima vivace. Non mancheranno infatti i menu dei ristoranti protagonisti delle serate trevigiane degli anni Settanta e le proposte culinarie di locali che hanno fatto la storia della città come Da Celeste, La Locanda da Lino, L’Incontro.

L’esposizione sarà l’occasione per ricordare come si mangiava in città cinquant’anni fa, ma anche sedersi a tavola con i reali di Inghilterra, con i Savoia, con Andreotti in visitaalla Casa Bianca e curiosare tra le proposte culinarie dei secoli scorsi. Tra questi vi sono delle vere e proprie opere d’arte come menu in seta, fustellati o firmati da artisti famosi del calibro di Bacci e Luzzati.

Durante l’esposizione l’intera città ospiterà numerosi appuntamenti collaterali di approfondimento per una vera e propria abbuffata formativa. L’offerta culturale si arricchirà con le sei lezioniStorie Gourmand”, dedicate al mondo della tavola e della convivialità: la lezione di storia dei menu, quella sulla storia del vino della Marca trevigiana con il prof. Angelo Costacurta, l’analisi dei profumi della tavola con il creatore di fragranze Roberto Dario, le lezioni di storia dell’apparecchiatura eil laboratorio di calligrafia tenuto da Sara Tisci tutto dedicato alla parola “Menu”.

Tra i relatori, oltre alla curatrice Alessia Cipolla, ci saranno grandi esperti del mondo dell’enogastronomia. Per una curiosa lezione di bon ton e antispreco Valerio Beltrami, presidente dell’Associazione Maîtres Italiani Ristoranti ed Alberghi, insegnerà come si sbuccia e taglia la frutta a tavola con le posate.

Per chi oltre a “guardare” ama anche “toccare”, saranno perfette le lezioni del ciclo “Gusto per Sapere”, che prevederanno delle degustazioni di grammatica del gusto. Un Maestro assaggiatore Onas racconterà la storia dei salumi; Gino Triches, Maestro Assaggiatore Onaf, guiderà una degustazione di Formaggio Piave Dop; la food influencer Angela Maci terrà una lezione di cucina.

E ancora, gli enologi Sissi Barattella e Alberto Brunelli leggeranno in anteprima alcuni passi del loro libro sui vini passiti che verrà ufficialmente presentato a Vinitaly in Verona, alternandoli all’assaggio di dolci e vini, durante la lezione Dessert e Desservir con il prof. Domenico Andolfato.

Immancabile una lezione sul caffè, sempre presente nei menu di ieri e di oggi. Una degustazione di due espressi verrà tenuta da uno dei massimi esperti dell’assaggio di caffè, Edy Biecker, premiato dalla Specialty Coffee Association of Europe con il “Lifetime Achievement Award”.

ORARI DI APERTURA DELLA MOSTRA

Lunedì e Martedì Chiuso

Mercoledì 16-20

Giovedì 14-18

Venerdì 14-18

Sabato 10-18

Domenica 10-18

Informazioni e prenotazioni alle lezioni al sito https://notedipranzi.it/

VILLAGGIO CONTADINO CON MAXI FATTORIA. SCUOLA DI CUCINA A CHILOMETRO ZERO E MERCATO DEI PRODUTTORI

Arriva a Milano il Villaggio della Coldiretti per toccare con mano la centralità e i primati dell’agricoltura italiana messi a rischio da guerra e rincari energetici e vivere un giorno da contadino tra le aziende agricole ed i loro prodotti, a tavola con gli agrichef, in sella ad asini e cavalli, nella stalla con mucche, pecore, capre e conigli, nelle fattorie didattiche e negli agriasili dove i bambini possono imparare a impastare il pane o a fare l’orto.

L’appuntamento è a Milano al Parco Sempione, dal Castello Sforzesco all’arco della Pace, dove accorreranno migliaia di agricoltori dalle diverse regioni, assieme al presidente di Coldiretti Ettore Prandini, a partire dalle 9 di venerdì 30 settembre, fino a domenica 2 ottobre, per far conoscere la biodiversità e la sostenibilità dell’agricoltura italiana, il modello basato sulla distintività e la qualità del Made in Italy agroalimentare, lo spirito imprenditoriale dei giovani agricoltori e le frontiere dell’innovazione.

Per i tre giorni di manifestazione si alterneranno esponenti istituzionali, rappresentanti della società civile e studiosi che, all’indomani delle elezioni politiche, discuteranno su esclusivi studi e ricerche elaborate per l’occasione dalla Coldiretti sui temi della crisi energetica scatenata dalla guerra, dell’alimentazione e dei rischi connessi all’affermarsi di modelli di consumo omologanti, a partire dall’arrivo sulle tavole del cibo sintetico a minacciare la salute dei cittadini e la sopravvivenza stessa del Made in Italy agroalimentare, ma anche di sostenibilità, ambiente e salute.

Ci sarà una maxifattoria dove scoprire gli animali salvati dall’estinzione grazie al lavoro di generazioni riconosciuto e sostenuto dai “Sigilli” di Campagna Amica con la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia.

Il Villaggio Coldiretti di Milano è anche l’unico posto al mondo dove per l’intero week end tutti potranno vivere per una volta l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100 per cento a soli 8 euro per tutti i menu preparati dai cuochi contadini che hanno conservato i sapori antichi del passato, dal Risotto alla Luganega e Franciacorta ai Tortellini con crema al Parmigiano Reggiano, dal Risotto con la zucca e scaglie di Grana Padano fino alla carne servita nelle bracerie, ma sarà possibile gustare i più pregiati salumi e formaggi italiani a denominazione di origine (Dop). Una occasione unica anche per assaggiare nei diversi gusti la pizza autenticamente tricolore, dalla farina all’olio, dal pomodoro alla mozzarella, ma anche lo street food green dalle Crocchette fritte di storione alle Mondeghili (polpette di bollito), dai Pizzoccheri della Valtellina alle piadine, dalle tipiche michette milanesi imbottite fino alla Polenta fritta con burro e zucchero e al Pasticciotto alla crema.

Spazio al più grande mercato a chilometri zero con Campagna Amica dove acquistare direttamente dagli agricoltori provenienti da tutta Italia le più golose tipicità del Paese ma anche le eccellenze agroalimentari di Filiera Italia e i prodotti dalle aziende di agricoltura sociale impegnate nel reinserimento socio lavorativo di soggetti disagiati, disabili o problematici, nell’educazione ambientale e nei servizi alle comunità locali. Sarà anche possibile fare la Spesa sospesa, l’iniziativa di solidarietà lanciata da Campagna Amica per donare prodotti agroalimentari 100% italiani alle famiglie bisognose.

Al Villaggio si potranno anche scoprire le opportunità e i pacchetti vacanze offerti dagli agriturismi di Campagna Amica con percorsi e consigli per fermarsi a mangiare e a dormire nel rispetto dell’ambiente e della tradizione culinaria delle nostre campagne

Un intero settore è dedicato alla pet therapy e al ruolo degli animali nella cura del disagio. Ma al Villaggio spazio anche agli orti con i tutor e il percorso sensoriale e a Generazione agricoltori, l’area dedicata alle idee dei giovani imprenditori agricoli che fanno innovazione nel Paese.

Ma per la prima volta si potrà andare a scuola di olio extravergine italiano nell’Oleoteca e nell’Enoteca del Villaggio, dove si potranno degustare cocktail all’extravergine, vini e birra agricola, o seguire le lezioni di agricosmesi con i trucchi di bellezza della nonna.

UCRAINA: COLDIRETTI, SPINGE COSTI STALLE A PIÙ 60 PER CENTO, SOS BUROCRAZIA. COLPITA FILIERA DEI PROSCIUTTI E SALUMI MADE IN ITALY. IN VENETO IL PATRIMONIO SUINICOLO DOP

Il rincaro dell’energia e dei mangimi per l’alimentazione degli animali ha già spinto a più 60 per cento rispetto alla media i costi delle oltre cinquemila stalle dove si allevano i maiali per le produzioni di Prosciutto di Parma e Prosciutto San Daniele e dei salumi Dop della tradizione Made in Italy alle prese anche con una burocrazia soffocante che moltiplica spese e controlli. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla situazione di una filiera della norcineria nazionale che dalla stalla alla tavola vale oltre 100 mila posti di lavoro e 20 miliardi di fatturato. Il Veneto vanta un patrimonio suinicolo regionale di circa 800 mila capi destinati a prodotti di denominazione di origine e allevati da 1470 imprese. Gli allevamenti italiani – spiega Coldiretti – stanno già affrontando la pesante situazione creata dalla minaccia della peste suina portata dall’invasione di cinghiali lungo la penisola che ha già causato purtroppo l’abbattimento di migliaia di maiali sani. Come se non bastasse l’aumento esponenziale dei prezzi dei prodotti per l’alimentazione dei maiali ed energia causato dalle tensioni per la guerra in Ucraina – evidenzia Coldiretti – adesso le aziende devono fare fronte a nuove spese con la moltiplicazione di controlli fotocopia nel circuito dei prosciutti e salumi Dop i cui costi sono sempre a carico degli allevamenti.

 “Una situazione difficile e ingiusta da risolvere prima possibile con la razionalizzazione delle procedure burocratiche di controllo per una maggiore efficienza che da un lato garantisca sempre la qualità delle nostre produzioni e dall’altro permetta alle aziende di continuare a lavorare per garantire i rifornimenti alimentari alle famiglie e difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento storico delicato come quello che stiamo vivendo a causa della guerra in Ucraina” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha segnalato la questione al Ministero delle Politiche agricole chiedendo una soluzione in tempi rapidi per evitare di ridurre il potenziale produttivo nazionale a causa di costi in continua cresciuta.

SICCITÀ, COLDIRETTI, ALPEGGI SENZ’ACQUA E FIENO. SOS ANIMALI IN OLTRE 600 MALGHE VENETE

È emergenza siccità negli alpeggi, con i pascoli che sono sempre più secchi e le pozze per abbeverare gli animali asciutte a causa della mancanza di pioggia e delle alte temperature. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sulla situazione in montagna, in riferimento all’ultima ondata di caldo che coinvolge anche i monti veneti. «Una situazione drammatica sui pascoli in altura, che coinvolge il territorio bellunese, quello vicentino e la Lessinia – sottolinea Coldiretti Veneto – con prati secchi che costringono greggi e mandrie  a spostarsi sempre più in alto, o dentro nei boschi, per fuggire al caldo anomalo. Con le fonti d’acqua in affanno  gli animali che rischiano di non avere da bere e in alcuni casi vengono dissetati da rifornimenti di emergenza trasportati con gli elicotteri, con le autobotti e con le cisterne trainate dai trattori». 

Dall’Altopiano di Asiago fino alle Dolomiti, passando per la comunità montana della Lessinia, la Pedemontana e le Prealpi Trevigiane oltre 600 malghe punto di presidio degli allevatori e meta di migliaia di turisti registrano difficoltà dovute al clima. Molti imprenditori agricoli stanno valutando il ritorno a valle forzato e anticipato di diverse settimane per la difficoltà di approvvigionamento del fieno necessario per sfamare gli animali. Negli alpeggi in difficoltà per scarsità d’acqua e prati pascoli secchi è scattata la solidarietà fra gli agricoltori per ospitare pecore e bovini in stalle situate più in alto. «La situazione dei pascoli in montagna è critica – aggiunge Coldiretti Veneto  – e in diverse zone si sta procedendo anticipatamente con il secondo taglio di fieno, per salvare il salvabile, visto che dal punto di vista della quantità si sta raccogliendo il 40 per cento del foraggio, che molte aziende sono costrette ad acquistarlo a prezzi altissimi, quando riescono a trovarlo». Oltre che in pianura gli effetti del cambiamento climatico si fanno, dunque, sentire anche in montagna, con un profondo cambiamento del paesaggio dai pascoli ai ghiacciai. La mancanza di acqua sta mettendo in crisi un sistema fondamentale per l’agricoltura e l’allevamento in montagna, mettendo a rischio produzioni tipiche, dai formaggi ai salumi. «Un patrimonio conservato nel tempo – evidenzia la Coldiretti Veneto – grazie alle imprese agricole che assicurano un impegno quotidiano per la salvaguardia delle colture agricole, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. Si tratta di una risorsa per l’Italia anche che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione anche per quei visitatori italiani e stranieri che ogni estate affollano sentieri e boschi, pascoli e malghe alla scoperta della montagna».

COVID: COLDIRETTI,CIBI E VINI INVENDUTI IN LOCALI SVUOTATI. CROLLO DELLE ATTIVITÀ IN RISTORANTI E AGRITURISMI

Sono oltre 26mila i bar,  ristoranti, pizzerie e mille gli agriturismi costretti a fare i conti con disdette e prenotazioni annullate tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate. Una situazione che incide sul fatturato agroalimentare regionale fatto di eccellenze e denominazioni di qualità. Il crollo delle attività di ristorazione con vino e cibi invenduti è stimato in quasi 5 miliardi nel 2021 e un trend in ulteriore peggioramento con i locali deserti a causa della ripresa dei contagi nel 2022. È quanto afferma la Coldiretti nel tracciare un bilancio sulle conseguenze delle chiusure e delle limitazioni imposte alla ristorazione per l’emergenza Covid rispetto al periodo prima della pandemia.

La diffusione della variante Omicron ha di fatto – spiega Coldiretti – prolungato le difficoltà per ristoranti, agriturismi e bar anche nel mese di gennaio mentre il balzo dei prezzi energetici ha fatto impennare i costi di produzione in campi, stalle, serre e cantine. I locali si sono svuotati per il timore provocato dalla rapidità di diffusione dei contagi, per lo smart working e per il calo del turismo ma anche – sottolinea la Coldiretti – per il fatto che milioni di italiani sono stati costretti a casa perché positivi al Covid, hanno avuto contatti a rischio e sono in quarantena o sono privi di green pass perché non vaccinati.

Una drastica riduzione dell’attività che – sottolinea la Coldiretti – pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – continua la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato ma ad essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma dal vino ai salumi, dai formaggi fino ai tartufi.

Nell’attività di ristorazione – rileva la Coldiretti – sono coinvolti circa 360mila tra bar, mense, ristoranti e agriturismi nell’Italia ma le difficoltà si trasferiscono a cascata sulle 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro.

Si tratta di difendere la prima ricchezza della penisola con la filiera agroalimentare nazionale che nel 2021 è salita al valore di 575 miliardi pari al 25 per cento del Pil nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale. Occorre salvaguardare – conclude la Coldiretti – un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui con l’emergenza Covid il cibo ha dimostrato tutto il suo valore strategico per il Paese​.

CAPODANNO, MAI COSÌ TANTA ITALIA NELLE TAVOLE DEL MONDO

È record storico per il Made in Italy alimentare sulle tavole delle festività di tutto il mondo con l’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi ma anche caviale Made in Italy che nel solo per periodo delle feste di Natale e Capodanno ha raggiunto i 4,4 miliardi di euro, in aumento dell’11 per cento rispetto allo scorso anno. È quanto emerge dalla proiezione della Coldiretti dati Istat del commercio estero relativa al mese di dicembre 2021 che beneficiano dei successi nazionali all’estero, dallo sport alla musica. Ad aumentare a doppia cifra – sottolinea la Coldiretti – è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (più 29 per cento) ai panettoni (più 25 per cento), ma ad essere richiesti – continua la Coldiretti – sono anche il caviale Made in Italy, che fa segnare una crescita boom sui mercati internazionali con un più 146 per cento, e sempre più gettonate sono anche le paste farcite tradizionali del periodo freddo, come i tortellini (più 4 per cento). In salita pure la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 12 per cento, così come quella di prosciutti, cotechini e salumi (più 12 per cento). A guidare la classifica di questo Natale all’estero è però lo spumante italiano, più forte anche delle difficoltà causate dalla pandemia sui mercati internazionali, tanto da trainare l’intero settore dei vini per i quali si segnala complessivamente un aumento del 15 per cento in valore dell’export. Ma le vittorie “in trasferta” dell’agroalimentare tricolore ormai non si contano più, dalla crescita della birra italiana (più10 per cento) nella Germania dell’Oktorberfest a quella del caviale (più 150 per cento) nella Russia del beluga. Un trend che dimostra come l’agroalimentare italiano sia uscito dalla crisi generata dalla pandemia più forte di prima tanto da raggiungere a fine anno il record storico nelle esportazioni a quota 52 miliardi, il massimo di sempre, se il trend sarà mantenuto. Il successo dell’export spinge anche il valore complessivo della filiera agroalimentare che nel 2021 è diventata la prima ricchezza dell’Italia, per un valore di 575 miliardi di euro con un aumento del 7 per cento rispetto all’anno precedente nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Il risultato è che il Made in Italy a tavola vale oggi – sottolinea Coldiretti – quasi un quarto del Pil nazionale e dal campo alla tavola vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740 mila aziende agricole, 70 mila industrie alimentari, oltre 330 mila realtà della ristorazione e 230 mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – viene quotidianamente rifornita dalle campagne italiane dove stalle, serre e aziende hanno continuato a produrre nonostante le difficoltà legate al Covid, garantendo le forniture di prodotti alimentari sulle tavole degli italiani e di tutto il mondo.

GLI AGRICOLTORI PRONTI PER IL NATALE, MERCATI E INIZIATIVE PER PROMUOVERE AL MEGLIO DELLE PRODUZIONI LOCALI  

Una buona notizia: i preparativi per le feste natalizie con la prospettiva di un Natale un po’ più normale, con il ritorno della convivialità a tavola nelle case e nei ristoranti, spingono la produzione alimentare che fa segnare un aumento del 5,6 per cento per garantire le forniture legate alla festività in cui tradizionalmente si verificano i valori più elevati di consumi di cibo e bevande di tutto l’anno. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat sull’andamento tendenziale della produzione Industriale ad ottobre. L’attività produttiva nonostante gli effetti negativi dell’aumento dei costi energetici è dunque in fermento e anche presso le aziende che praticano la vendita diretta in azienda e nei mercati di Campagna Amica è possibile trovare in abbondanza prodotti di stagione freschi e locali ma anche idee per doni all’insegna della sostenibilità. Nel fine settimana oltre al consolidato appuntamento presso il mercato agricolo coperto a Mestre in via Palamidese 3/5 dove si possono trovare dal pane ai dolci, all’olio, al vino, miele, confetture, salumi, carne, formaggi, verdure di stagione appena raccolte in campo, ma anche già cucinate e pronte al consumo, è prevista, sabato 11 e domenica 12 Dicembre, una manifestazione promossa dalla Camera di Commercio di Venezia e Rovigo in Campo San Maurizio a Venezia in occasione dei 1600 anni della città. All’iniziativa “Mercanti in viaggio” parteciperanno alcune aziende agricole di Campagna Amica tra cui i Sapori di Sant’Erasmo con verdure e trasformati, l’azienda agricola Montino con frutta e verdura di stagione, l’azienda Lazzarato con il vino, e le Agrisarte di Sant’Erasmo, appartenenti al gruppo di Donne Impresa di Coldiretti, disponibili a raccontare a grandi e piccini del loro progetto di recupero dell’ortica, erba che una volta essiccata viene utilizzata nella composizione di tessuti o come imbottitura di bamboline completamente realizzate con tessuti riciclati.

Sarà dunque un weekend all’insegna delle proposte, dove l’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è, infatti la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, dal Natale al Capodanno. La spesa alimentare – spiega la Coldiretti – è anche uno speciale indicatore dello stato dell’economia nazionale poiché l’agroalimentare, dai campi fino a negozi e ristoranti, è la prima filiera estesa dell’Italia con un fatturato di 575 miliardi di euro. I risultati positivi ottenuti sul piano industriale – conclude la Coldiretti – devono però trasferirsi alle imprese agricole con una adeguata remunerazione dei prodotti che in molti casi si trovano tutt’ora al di sotto dei costi di produzione.

CIBUS 2021: COLDIRETTI, TRIONFO DEL TRICOLORE A TAVOLA. IN VENETO I PILASTRI LEGISLATIVI SOSTENGONO LA SVOLTA PATRIOTTICA

Aumentano gli acquisti familiari del più 7,6 per cento per i prodotti che riportano in etichetta un legame con l’Italia, come la bandiera tricolore, frasi e parole riferite al Made in Italy oppure una delle indicazioni geografiche europee di origine, come Docg, Dop, Doc, Igp e Igt. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti nell’anno del Covid sulla base dei dati dell’Osservatorio Nielsen Immagino divulgata in occasione del Cibus 2021 a Parma dove tra gli stand del salone dell’alimentazione c’è il trionfo del Made in Italy con campi di grano veri e immagini di paesaggi rurali, richiami a marchi a indicazione geografica ma anche a realtà territoriali locali e regionali.

La svolta patriottica degli italiani – commenta Coldiretti – è rafforzata dal fatto che nei supermercati e ipermercati italiani ci sono oltre 9.200 prodotti cibo e bevande che segnalano in etichetta la regione da cui provengono a conferma dell’interesse degli italiani per i prodotti alimentari, i vini e le bevande che esprimono le tradizioni produttive delle venti regioni del Paese. Un paniere che ha fatto registrare un aumento del 6,4 per cento delle vendite nel 2020.  Nelle case degli italiani nell’anno del Covid – precisa la Coldiretti – sono cresciuti latte, salumi, formaggi, salse, prodotti confezionati, uova, pasta, vino, olio, farine, frutta e verdura Made in Italy, anche per la voglia di sostenere l’economia e il lavoro locali nel tempo della pandemia. Un’emergenza che – continua la Coldiretti – ha favorito scelte di acquisto più sostenibili con un vero boom dei prodotti green, dal biologico al chilometro zero direttamente dal contadino.

Una tendenza, che trova in Veneto – sottolinea Coldiretti – anche dei pilastri legislativi su cui fondare le prossime sfide del settore agroalimentare regionale. Nella stessa direzione va l’impegno assunto dalla Regione Veneto di rivedere l’attuale normativa che promuove i prodotti agroalimentari a “chilometro zero” per favorire il consumo di cibo locale nelle mense collettive delle università, degli asili nido, delle mense scolastiche e degli ospedali, predisponendo appalti pubblici che premiano la filiera corta dal produttore al consumatore contribuendo anche a sviluppare un’educazione alimentare alle nuove generazioni basata sulla distintività della produzione regionale. Idem per la legge sull’agriturismo, uno dei settori più provato dalla crisi, che potrebbe definire nuove potenzialità per rispondere alle esigenze diverse manifestate da turisti e cittadini relativamente ad un’offerta ampia di servizi alla luce della ripresa post Covid. Gli strumenti per sostenere i già tanti primati conquistati dal Made in Veneto ci sono – finisce Coldiretti – occorre solo renderli operativi per premiare il lavoro di oltre 60 mila imprese agricole che ogni giorno, nei mercati contadini di Campagna Amica, negli spacci aziendali e realtà agrituristiche, forniscono alla collettività cibo buono, sano e sicuro.