AL DANIELI WINE TASTING CON IL MOSCATO FIOR D’ARANCIO MAELI

Elisa Dilavanzo

Elisa Dilavanzo

Nella Wine Suite del prestigioso Hotel Danieli di Venezia, martedì 10 febbraio dalle ore 18 si terrà un aperitivo decisamente originale firmato Maeli, aperto al pubblico (posti limitati, su prenotazione). L’eleganza versatile di Moscato Fior d’Arancio di Maeli – realtà vitivinicola d’eccellenza dei Colli Euganei, che sorge sul terroir unico delle Terre del Pirio, di origine vulcanica – verrà abbinata alle raffinate proposte culinarie dello chef Dario Parascandolo. Il tasting sarà guidato da Elisa Dilavanzo – dinamica e brillante proprietaria dell’azienda Maeli – incoraggiata e sostenuta da Gianluca Bisol, che – con suo fratello Desiderio – è da sempre impegnato nella valorizzazione delle eccellenze vitivinicole venete e che crede profondamente nelle potenzialità eccezionali di questo terroir. “L’identità del territorio da sempre al centro della mia ricerca, trova un grande potenziale in un vitigno come il Moscato Giallo, qui chiamato Fior D’ Arancio, e in un terreno di origine vulcanica, ricco di trachite, calcare e argilla, che nel mio vigneto si mescolano alla forte presenza di marna e limo” spiega Elisa Dilavanzo “così, si crea una sinergia unica: il Moscato che proviene da questo inimitabile terroir è incredibilmente longevo e non somiglia a nessun altro moscato dei Colli ….naturalmente, non solo da degustare nella versione dolce, ma anche e soprattutto in interessanti varie interpretazioni che Maeli vuole esaltare: questo magnifico Parco dei Colli Euganei, che si erge come per miracolo nel cuore del Veneto, ha nella collina del Pirio, 230 metri sul livello del mare, il luogo che più mi ha affascinato… per la sua ricchezza di flora e fauna, per il suo panorama a 180 gradi su Venezia da un lato e sulle Dolomiti dall’altro, ma soprattutto per le caratteristiche uniche del terreno”. Il Moscato Fior d’Arancio verrà proposto martedì 10 febbraio sia in abbinamento con “cicchetti” salati, sia con il dessert; inoltre, verranno proposte altre eccellenze Maeli: Bianco Infinito Veneto IGT 2013 (Chardonnay, Moscato Giallo), Rosso Infinito Veneto IGT 2011 (Merlot, Cabernet Sauvignon, Carmenere, Barbera), D+ Colli Euganei Rosso DOC 2011(Merlot, Cabernet Sauvignon), Maeli Fior d’Arancio DOCG Dolce 2013 (Moscato Giallo). Per prenotazioni ed informazioni: Elisa Dilavanzo elisa@maeli.com – elisa.dilavanzo@gmail.com – tel. 3381136769

ROSSO VENISSA 2011L’ANTICO ROSSO DI VENEZIA NATIVA

Rosso Venissa (foto Mattia Mionetto)

Rosso Venissa (foto Mattia Mionetto)

Dopo le due prime annate di Venissa, Gianluca Bisol – principale fautore del progetto – e gli enologi Desiderio Bisol e Roberto Cipresso hanno voluto dar vita e prestigio a Rosso Venissa 2011. Questo vino, dal carattere intenso e dalla struttura importante, nasce da una vigna di quasi tre ettari di oltre 40 anni piantato dagli Armeni. I vitigni sono Merlot e Cabernet, o – per meglio dire – Carmenère: infatti, Carmenère è un “avo” remoto del Cabernet Franc, vitigno a sua volta “padre” del Cabernet Sauvignon. Questa vigna preziosa è collocata in un’isola nel cuore di Venezia Nativa – arcipelago che rappresenta storicamente e culturalmente la prima Venezia -, a quindici minuti di navigazione oltre Torcello, dove un tempo sorgevano le popolate isole di Costanziaca e Ammiana. Questa è la parte più affascinante e misteriosa della laguna: qui vivono aironi, cigni e fenicotteri e dove, non essendoci canali segnati, solo pochissime persone riescono ad arrivare. Un vino di grande carattere, sapidità e fragranza, che esprime al meglio le caratteristiche del terroir lagunare ricco di limo e minerali. Dopo una macerazione di 24 giorni, il vino affina 12 mesi in barriques – rovere francese di primo e secondo passaggio – e 12 mesi in bottiglia.  Rosso Venissa, collezione di sole 4476 bottiglie da mezzo litro, 188 magnum, 88 jeroboam, 36 imperiali, omaggia la storia e le tradizioni di Venezia legate al vino e al vetro. Rosso Venissa – fusione di Merlot (82%) e Cabernet – “Carmenère” (18%) – è frutto del complesso equilibrio tra natura e lavoro dell’uomo. Straordinariamente minerale e longevo, il vino colpisce per il suo colore rosso intenso con sfumature tendenti al viola, al naso offre note floreali di violetta e fiori di barena, affiancate da sensazioni fruttate che richiamano frutti a bacca nera – come la mora e il mirtillo -, ed espressioni più complesse come tabacco, liquirizia, cioccolato fondente e note salmastre. Nell’ideazione di Giovanni Moretti, l’etichetta cede il posto ad una preziosa foglia di rame realizzata dall’attuale discendente dell’antica famiglia Berta Battiloro. L’applicazione della stessa è stata eseguita a mano e la bottiglia poi messa a ricottura nei forni della vetreria Carlo Moretti a Murano. Sul vetro di ciascuna bottiglia è stato inciso il nome del vino e il numero progressivo un segno indissolubile di unicità, dedicato a tutti gli intenditori che hanno voluto condividere questo progetto di viticoltura eroica.,

AL VENISSA STAPPATURA E DEGUSTAZIONE DI TRE BOTTIGLIE DEL SIMBOLO D’ORO

venissa-bisol520E’ per questa sera (ore 19.45) l’evento vinicolo per eccellenza della laguna veneziana. Nel ristorante Venissa a Mazzorbo, infatti, si celebrerà  la stappatura ufficiale di tre delle cento preziose bottiglie della collezione Venissa 2010, Simbolo d’Oro della Venezia Nativa. Saranno Gianluca e Desiderio Bisol, assieme a Roberto Cipresso, a guidare i fortunati presenti nella degustazione emozionale del Venissa, vino ottenuto dall’antico vitigno autoctono Dorona. Per continuare a vivere l’emozione nel luogo magico da cui tutto è partito, le successive Serate Venissa, sempre aperte al pubblico su prenotazione, avranno luogo giovedì 25 luglio, giovedì 8 agosto e giovedì 29 agosto. Questo il programma: ore 19.45 aperitivo di benvenuto nel vigneto di Venissa; ore 20.00 Il Sogno di Venissa: racconto del progetto, dalle prime ricerche fino alla realizzazione delle Bottiglie Numerate; ore 20.20 degustazione emozionale di Venissa e proiezione della Multivisione “Venissa, il Simbolo d’oro della Venezia Nativa” realizzata da Francesco Lopergolo con le suggestive immagini di Paolo Spigariol; ore 20.45 cena con menu creato dalla chef Antonia Klugmann con il prezioso supporto del sous-chef Arianna Dalla Valeria e Romano De Feo. Costo della serata euro 95,00 – massimo 30 ospiti. E’ possibile pernottare nelle sei confortevoli camere della struttura, con vista sulla vigna e sulla Laguna. Per prenotazioni e informazioni: info@venissa.it o 0423 904 737 | 331 266 44 81.

ANTONIA E ARIANNA, LA CUCINA AL FEMMINILE DI VENISSA

Antonia Klugmann (a destra) e Arianna Dalla Valeria

Antonia Klugmann (a destra) e Arianna Dalla Valeria

Se andate al Venissa, quello stupendo angolo di laguna (e del mondo) a Mazzorbo, dove insiste un raffinato ristorante lanciato dal patròn Gianluca Bisol e ormai noto in tutto il globo troverete due belle novità. La prima è Antonia Klugmann, notissima cuoca triestina già con0sciuta in laguna per essersi fermata con buon successo per alcuni mesi ai fornelli del Ridotto di Gianni Bonaccorsi. Klugmann, che subentra a Paola Budel che ha dato al ristorante la sua prima stella Michelin e che ha preferito lasciare il “clos” veneziano per tentare una strada tutta sua, è cuoca notissima nell’ambiente dei cucinieri nonostante la giovane età. Ma anche lei resterà poco a Venissa, perché a ottobre andrà a gestire il suo nuovo ristorante L’Argine di Vencò a Dolegna del Collio. Insomma vicino a casa. Stesso futuro della Budel? Pare proprio di sì. Anche perché la cuoca triestina non nasconde le sue predilezioni che sono quelle, principalmente, delle materie prime del territorio. Come la collega bellunese. Klugmann a Venissa esalta non soltanto quello che produce l’orto di casa, ma crea nuove suggestioni gustative servendosi di tutto quello che offre la laguna, a cominciare dal pesce. A Venissa Antonia Klugmann è con il suo compagno Romano De Feo e con la sua sous chef  Arianna Dalla Valeria, vicentina di Arzignano, ma di buona esperienza internazionale, tanto che gli addetti ai lavori la definiscono un talento.

AMNIOTIC STARDUST DI CURTO

Amniotic Stardust di Stefano Curto
Amniotic Stardust di Stefano Curto

 Il secondo motivo per andare al Venissa (ma ce ne sono mille altri di buonissimi, come andarci per passare una giornata lontani dai rumori) che in questi giorni di Biennale Arte l’antica vigna murata ospita Amniotic Stardust, opera dell’artista della luce Stefano Curto, trevigiano. La nuova opera di Curto è ispirata ai misteri della creazione, che egli cerca senza sosta nella profondità dell’universo.  Dal bagliore di innumerevoli cristalli neri che compongono la grande “massa amniotica” sgorga una cascata di cristalli di colore rosso: quel rosso che scorre come il sangue per diventare vita. L’opera è caratterizzata da tridimensionalità, si proietta verso l’esterno fino a far esplodere la vita e la morte in essa contenute. Per realizzarla (l’opera misura cm 200x 200) sono stati impiegati 164.871 cristalli. Si rinnova, dunque, il legame di Stefano Curto con Venezia e lo splendore dei suoi cristalli. L’artista riparte dalla città dove tutto è cominciato, nel 2010, con una nuova mostra, dal 30 maggio al 30 settembre 2013 : Renovatio Splendor. Curto ha concepito  un’esposizione multipla che colloca le sue quattro opere in tre sedi della città lagunare: la prestigiosa Bugno Art Gallery, l’Hotel Westin Europa & Regina e, quindi, Venissa. Come ricorda il curatore Stefano Cecchetto, “i cristalli impenetrabili che l’artista utilizza per realizzare i suoi lavori sono pietre preziose che rivelano i bagliori dell’infinito, gemme incastonate nello spazio del suo universo interiore”.La panoramica sulle opere di Stefano Curto inizia dalla prestigiosa Bugno Art Gallery che ha scelto di valorizzare la sua produzione artistica ospitando Evolution Involution e Emphasis. La presenza delle due opere nella galleria costituisce, inoltre, il preludio alla mostra personale che Bugno Art Gallery dedicherà a Stefano Curto a partire dal 27 di luglio 2013. The Marvellous Flight of Coexistence è l’opera esposta all’Hotel WestinEuropa & Regina. Un “tappeto volante”, sospeso, quasi in procinto di spiccare il volo, che allude all’unione dei fili intrecciati nei manufatti originali per evocare simbolicamente l’indissolubile legame e la coesistenza fra i popoli.